SALVADOR AULESTIA – GENIO APOTISTA
La mostra presenta una rilettura dell’attività di Salvador Aulestia fatta da Luca Temolo Dall’Igna, curatore e maggior esperto internazionale dell’artista, che conobbe e frequentò per oltre 20 anni e del quale cura l’Archivio, unico responsabile ed autorizzato ad autenticare i lavori del maestro.
L’idea prevede di avvicinare il pubblico al concetto di “Arte Apotista” che rappresenta la distanza più corta tra idea ed espressione; è un’arte eterna per essenza o l’essenza eterna dell’arte ed ha per assioma il seguente messaggio teorico: “Margherita contempla il mare, il sole e un vecchio che contempla il mare e il sole; ma il mare, il sole e il vecchio, senza Margherita non hanno realtà”.
Grazie alla collaborazione con l’Archivio Salvador Aulestia sono esposti i suoi capolavori, dipinti e sculture in parte inediti, dando l’opportunità di avvicinarsi al profondo e particolare significato del concetto d’arte che l’artista aveva sviluppato, attraverso l’introduzione del Manifesto dell’arte Apotelesmatica, o Apotista, da lui pubblicato per la prima volta nel 1965.
Genio Apotista quindi, perché non parliamo di un “semplice” artista, ma di una figura complessa e ricca di sfaccettature, che elevò l’arte, la scrittura e la creatività a valore universale.
Opere come “La nascita di Evinrude e le due Lilith”, le sculture “Teraphim” e il mobili scultura, ci faranno entrare in un mondo dove magia, alchimia ed energia cosmica saranno percepibili anche fisicamente.
Aulestia non era solo un appassionato creatore ma uno sperimentatore di attività inventive, tutte messe sullo stesso piano: pittura, architettura, scultura, letteratura, musica, poesia.
Per questo in lui l’aspetto autobiografico è un connotato che può anche confondere perché, il suo stile di vita, il ritmo compresso in ogni attività, i risultati, financo i cambi geografici e il numero impressionante di oggetti prodotti – dal condominio alla piccola scultura, passando per migliaia di tele pittoriche – suscitano immagini di una corsa sempre prossima a un rush finale, un tour effettuato aggirando discipline e faccende della vita solo così apparentemente lontane tra di loro.
(Luciano Bolzoni – dal catalogo Salvador Aulestia – genio apotista – Almach Art Editore)
L’origine dei Teraphim è molto antica e il nome va fatto risalire alla tradizione ebraica.
L’aspetto estetico dei Teraphim è importante perché, come dice Edward Bulwer Lytton, l’ignoranza rifugge la luce, ma è una bellezza che risponde ai canoni estetici del tempo e delle civiltà che li hanno realizzati.
I Teraphim erano statuette che, animate dai loro abitanti, attratti dalla loro forma e dai materiali che le componevano, rispondevano alle domande emettendo una voce, inclinandosi sui loro basamenti o ruotando vertiginosamente intorno al proprio asse.